Pane casereccio di Lentini
Prodotto
nei comuni di Lentini e Carlentini (Sr), un tempo era preparato dalle
donne, che portavano l’impasto da cuocere nei forni in pietra alimentati
con fuoco di legna; parte del pane era poi lasciata al proprietario del
forno in pagamento del suo utilizzo. L’aggiunta alla semola di grano
duro di una parte di farina di timilia, un grano tardivo coltivato ormai solo in esigue zone della Sicilia, conferiva al pane una più lunga conservabilità.
L’impasto
odierno è costituito da farina di semola di grano duro, sale e acqua
(sette litri ogni dieci chili di farina). Il lievito usato comunemente è
quello di birra, anche se non pochi fornai stanno tornando al lievito
madre, il cosiddetto crescente. L’impasto riposa per una-due ore, secondo la stagione e la quantità di lievito impiegata. I pani, del peso di mezzo chilo, sono modellati a forma di esse e cosparsi di semi di sesamo in superficie. La
cottura, della durata di circa 45 minuti, avviene in forni di pietra con fuoco diretto di legna (gusci di mandorle e, in misura minore, rametti di olivo e arancio). Il prodotto che si ottiene presenta mollica compatta con alveoli di piccola dimensione, crosta sottile e morbida.
La
laboriosità del processo produttivo limita la produzione a una decina
di laboratori artigianali; da qualche anno si sta assistendo a un
rinnovato interesse da parte dei consumatori, favorito da una
ristrutturazione dei vecchi forni e da una maggiore attenzione agli
aspetti igienici della lavorazione.
(Scheda tratta dal libro "L'Italia del Pane" edito da Slow Food Editore)
Turi Vasile
Il Pane lentinese
Ospitiamo un intervento di Turi
Vasile, scrittore, regista e produttore cinematografico, di recente
chiamato a presiedere l'Istituto Nazionale del Dramma Antico. Vive da
molti anni a Roma, ma non ha mai dimenticato le proprie origini
lentinesi. Il documento è stato già pubblicato sul settimanale "La
Città"
Perché negli anni venti il pane di
Lentini era giallo? Parlo del pane della mia fanciullezza quando sul
finire del mese di Settembre andavamo a trovare il fratellastro di mio
padre Ciccu e di mia madre Cicca. Le scuole allora aprivano tardi, in
concomitanza con l’anniversario della scoperta dell’America, il 12
Ottobre 1492. Con la visita agli zii contadini si concludevano le
vacanze; non poteva essere compimento migliore di quello che ci
consentiva di partecipare alla vendemmia. Io personalmente tuttavia mi
sentivo attratto da quel pane di color giallo e di un tale gusto che a
me pare, al ricordo, di non averne mangiato di migliore in tutta la
mia vita. Certo i ricordi sono come i cibi dei ruminanti, dei quali,
quando ritornano in bocca, si scoprono e si apprezzano i sapori meglio
della prima volta. Così il pane giallo di Lentini ogni volta che torna
alla memoria mi pare riveli e accresca il piacere che mi dava nei miei
sette-otto anni. Quel pane dunque mi piaceva ad ogni modo, sia solo;
sia con acqua e zucchero, secondo mia madre ottima e nutriente
merenda; sia inzuppato nella granita di limone o di mandorla; sia
bagnato nel vino – appena però, a causa della mia tenera età, - mentre
zio Ciccu immancabilmente diceva: “Pani e vinu – rinforza ‘u schino”;
sia accompagnato da alivuzzi cunsati o da cipolla rossa di
Tropea o da sarde salate o da un pezzo di tuma; sia per spegnere
l’incendio che si sprigionava in bocca mangiando peperoni
piccantissimi. Questo dei pipi ardenti mi restò impresso nella
mente come un piatto d'obbligo della Lentini di quell'epoca, poi che i
peperoni dolci erano banditi: come ortaggi insipidi per palati da
femminuccia. Per questo ne mangiai anch'io, dimostrando di essere già
uomo, inghiottendo le lacrime virili che mi scendevano giù per le
gote; ma né quelle lacrime né il vino alleviavano il fuoco del palato,
solo bocconi di mollica di pane giallo ne attenuavano la ferocia.
Sulle prime pensai che quel colore fosse dovuto ai tuorli d'uovo con
cui mia zia forse impastava la farina. Un giorno glielo domandai e lei
mi disse si ridendo come per dire no. Non volle però soddisfare la mia
curiosità, forse perché neppure lei ne conosceva il segreto: se a
causa della qualità del grano duro da cui la farina proveniva, se per
l'aggiunta di mais o che so altro. Certo che anche oggi, preparando
questa mia testimonianza nessuno dei miei amici e concittadini
lentinese ha saputo darmene spiegazione. Era quel pane, sodo,
compatto, senza i buchi tipici dei pani caserecci, formava vasteddi
gonfie, nel dorso delle quali le donne incidevano col coltello,
prima di infornare, un segno di croce. Quel che sentii dire, me lo
ricordo, era che quel pane, principalmente destinato agli uomini che
andavano a coltivare fondi lontano da casa, doveva durare sei giorni,
dal lunedì al sabato, senza raffermarsi troppo. Era, tradotto in
termini di oggi, pane a lunga conservazione…
Zia Cicca impastava la farina nel
forno pubblico, a legna si capisce, dove la lasciava lievitare per
tornarvi quando era il suo turno. Uomini seminudi provvedevano con
pale dal lungo manico a disporre le pagnotte nella bocca arroventata;
e vi aggiungevano qualche capretto con le patate degli agiati, o le
focacce come quelle che zia Cicca preparava. Queste focacce avevano un
nome che penso resista ancora: cudduruni, e custodivano, tra le
due sfoglie, ripieni di broccoli già ripassati in padella con aglio,
olio, olive nere e peperoncino o di cipolle cotte nella salsa di
pomodoro a comporre la cosiddetta cipuddata. Mia madre suggerì
alla cognata u cudduruni di origine parzialmente messinese, col
ripieno di scarola cruda condita con la tuma, formaggio fresco non
salato. Ho detto "parzialmente" perché a Messina le focacce con la
scarola sono fritte, non infornate. Come ancora mi sembrano leccornie
quei cibi dei miei parenti contadini! Oltre ai peperoni e alle
focacce, per tornare al pane mi piaceva lasciarlo ammollare nel
maccu. È, il maccu, una specie di purè ottenuto con le
fave secche sgusciate e cotte a fuoco lento e lungo: pietanza mai
dimenticata a distanza di tantissimi anni. E dopo il turbinio dei
decenni passati lontano da qui e in gran parte in giro per il mondo,
sono pronto a rinunciare - ahimè solo metaforicamente perché il tempo
si rievoca ma non si cancella - a tutti i croissant, a tutte le
brioche e baguette, ai panini pepati, farciti, spolverati di sesamo,
alle forme più variate di pane bianco, bruno, rosso, nero - tutto, in
cambio di una fetta di pane giallo di Lentini, appena sfornato, da
condire con sale grosso da cucina e un fiotto di olio nostrano
sgorgato da una stagnola; e assaporare beato il pane della mia
fanciullezza, condito di fatica e di povertà.
Notizie e
Comunicati
Il Pane di Lentini ? Uno dei migliori della
Sicilia.
Parola di BBC |
Il 13
gennaio 2012 il canale 2 della BBC di
Londra ha trasmesso la seconda puntata
del programma "Sicily unpacked" dedicato
agli aspetti più significativi dell'
Isola. Due viaggiatori, uno chef
italiano trasferitosi a Londra e un
critico d'arte giornalista inglese,
viaggiano per la Sicilia e ne raccontano
le eccellenze artistiche e
gastronomiche.
Nel corso
della puntata i due visitatori seguono
le fasi della lavorazione del Pane
tradizionale di Lentini, definendo questo Pane "uno
dei migliori della Sicilia". Questo
riconoscimento, diffuso dalla più
prestigiosa emittente televisiva al
mondo, rende orgogliosa la condotta Slow
Food Lentini che tanta parte ha avuto
nel favorire la rinascita di questo
importante prodotto della tradizione
alimentare siciliana, e dà merito al
lavoro degli artigiani che si sono
impegnati in questa impresa
|
Dal 16 al 19 settembre
2010 a Senigallia (AN)
Per il secondo anno consecutivo il Pane
tradizionale di Lentini del Presidio Slow
Food è stato invitato alla rassegna
internazionale "Pane Nostrum",
confermando il posto di rilievo raggiunto
nell'ambito dei prodotti da forno
tradizionali italiani. Marisa Ranno, in
rappresentanza dei quattro produttori
aderenti al progetto del Presidio Slow Food,
ha inoltre preparato davanti a un pubblico
numeroso e curioso la focaccia cudduruni,
altro prodotto fortemente legato al
territorio lentinese. |
|
Il
Pane di Lentini
su RAI 3 |
Sabato
31 marzo 2007 RAI 3 ha mandato uno
speciale sul pane di Lentini, realizzato da Antonella
Gurrieri, all'interno della rubrica
"Il settimanale" |
Una vetrina internazionale per il Pane tradizionale di Lentini al
Salone del Gusto di Torino
(Comunicato del 29
ottobre 2008)
Chiude con una affluenza record di visitatori l’edizione 2008 del
Salone Internazionale del Gusto a Torino, la più importante rassegna
mondiale del cibo di qualità, e anche il Pane tradizionale di
Lentini registra uno straordinario successo a poche settimane dal
suo inserimento fra i Presìdi di Slow Food.
Una folla di visitatori ha potuto apprezzare e acquistare il
prodotto dei panificatori che hanno già aderito al disciplinare,
grazie al sostegno dell’amministrazione comunale di Lentini e alla
prestigiosa partnership con Meridiana, che si è offerta di
trasferire giornalmente il pane da Catania a Torino.
Oltre che nello spazio riservato all’interno dell’area che ospitava
i 260 Presìdi Slow Food provenienti da 50 paesi del mondo, il Pane
tradizionale di Lentini ha potuto contare su importanti presenze in
altri spazi. Ha, infatti, accompagnato quasi tutti i coperti serviti
nel “ristorante siciliano” all’interno dell’affollato stand di Slow
Food Sicilia, è stato abbinato a salumi e formaggi degustati nello
stand di Coop Italia, è stato gemellato e offerto in degustazione
col “Formaggio verde”, un prezioso pecorino erborinato proveniente
dalla Bulgaria.
Altrettanto importante e massiccia è stata la presenza di
rappresentanti del territorio lentinese all’appuntamento di Torino.
Oltre a due panificatori, al sindaco Alfio Mangiameli e al capo di
Gabinetto Salvatore Agnello, al responsabile di Slow Food Lentini
Salvatore Giuffrida, hanno partecipato Salvatore Bordonaro fra i
1000 cuochi provenienti da ogni parte del pianeta e la Compagnia d’Encèlado
Superbo, particolarmente apprezzata fra i 48 gruppi internazionali
di musica popolare presenti nella rete “Suoni di Terra Madre”.
Grazie a Meridiana, il Pane di Lentini
appena sfornato al Salone del Gusto
(Comunicato del 9 ottobre
2008)
Dopo la costituzione
dell’Associazione Produttori del Pane di Lentini, accolto
recentemente fra i prodotti tutelati e promossi da Slow Food, si
annuncia una serie di impegni importanti per i primi sette
produttori di Lentini e Carlentini che hanno acconsentito a
rilanciare il prodotto della tradizione.
L’appuntamento più atteso è l’imminente Salone Internazionale del
Gusto, in programma a Torino dal 23 al 27 ottobre 2008, che vedrà
presente il Pane di Lentini nello spazio che ospita i 27 Presìdi
Slow Food siciliani, grazie al sostegno dell’Assessorato Regionale
all’agricoltura e del Comune di Lentini.
L’opportunità offerta dalla presenza al Salone, tuttavia, sarebbe
stata sminuita dal fatto di non poter disporre del prodotto fresco,
considerata la durata e il costo dei trasporti tradizionali. Il
problema è stato risolto grazie a un accordo con Meridiana, che si è
offerta di trasferire ogni giorno a Torino il pane appena prodotto.
Grazie a questo accordo, i visitatori della più importante vetrina
mondiale delle produzioni alimentari artigianali, potranno gustare e
apprezzare le caratteristiche organolettiche del Pane di Lentini
fresco di giornata.
Il Pane di Lentini diventa Presidio Slow Food
(Comunicato del 27 settembre 2008)
A conclusione di un lavoro preparatorio durato diversi anni, il Pane
di Lentini prodotto secondo la tradizione diventa Presidio Slow
Food, entrando nel novero dei prodotti dell’eccellenza artigianale
alimentare che il movimento internazionale si impegna a
salvaguardare e promuovere.
Al progetto hanno finora aderito sette produttori che operano nel
territorio dei limitrofi comuni di Lentini e Carlentini in provincia
di Siracusa, che ieri sera hanno sottoscritto l’atto di nascita
dell’Associazione Produttori del Pane di Lentini e il relativo
disciplinare di produzione, designando Alfio Bosco loro presidente.
Le rigorose regole di produzione prevedono l’impiego di semola di
grano duro di varietà regionali prodotte in Sicilia, acqua, sale
marino e l’impiego esclusivo di lievito madre (crescenti), alla fine
di un periodo di prova nel corso del quale la piccola percentuale di
lievito di birra ancora utilizzato come starter andrà
progressivamente azzerato. Il risultato della lievitazione lenta
sarà un pane ancora più ricco di sapori e profumi, più digeribile e
conservabile più a lungo, migliorando ulteriormente le
caratteristiche organolettiche di un prodotto già apprezzato dai
consumatori.
La realizzazione del Presidio consentirà al Pane di Lentini di
inserirsi fra gli unici tre pani di grano italiani promossi da Slow
Food, assieme al pane della tradizione prodotto nel territorio di
Altamura e al Pane nero di Castelvetrano, con evidenti ricadute
sulla valorizzazione del territorio.
Il progetto è sostenuto dal Comune di Lentini e, in misura più
rilevante, dall’Assessorato regionale all’agricoltura, attualmente
impegnato in un programma di valorizzazione delle varietà
cerealicole siciliane, che ha indicato il dr. Gianfranco Pane quale
proprio referente all’interno del Presidio.
Responsabile del Presidio è Salvatore Giuffrida, fiduciario di Slow
Food Lentini, che non nasconde la propria soddisfazione. “Gli
artigiani che hanno già aderito sanno di avere una grande
responsabilità, dovendo assicurare la realizzazione di un prodotto
che avrà un posto di rilievo nel panorama della panificazione
italiana. L’utilizzo del lievito madre è una pratica ormai
abbandonata, perché è impegnativa e più costosa, ma è l’unica in
grado di conferire al pane caratteristiche impensabili con
l’utilizzo del lievito di birra. Non è nostra intenzione fare
dell’archeologia alimentare o inventare un nuovo prodotto, ma grazie
alle collaborazioni avviate con l’Istituto Sperimentale di
cerealicoltura di Caltagirone e il Consorzio Ballatore, utilizzeremo
le attuali conoscenze scientifiche per migliorare ancora di più le
caratteristiche di un prodotto già ampiamente conosciuto e
apprezzato”.
Nel corso della riunione di ieri è stato anche presentato il sito
del nuovo Presidio, visionabile all’indirizzo
www.ilpanedilentini.it
Il
Presidio Slow Food Pane di Lentini in dirittura d’arrivo
(Comunicato del 28 giugno 2008)
Alla presenza
del sindaco Alfio Mangiameli, si è svolta ieri pomeriggio nel salone
di rappresentanza del Comune di Lentini una riunione operativa per
definire gli ultimi dettagli che a breve consentiranno al pane di
Lentini di fregiarsi della prestigiosa denominazione di “Presidio
Slow Food”. A oggi, tale denominazione in Italia è attribuita a
circa duecento prodotti alimentari che, pur presentando forti legami
con la tradizione uniti a caratteristiche organolettiche notevoli,
rischiavano di scomparire.
Ai panificatori di Lentini e Carlentini presenti, Raffaella Ponzio,
responsabile nazionale dell’Ufficio Presidi, intervenuta assieme al
presidente di Slow Food Sicilia, Pippo Privitera, ha illustrato le
novità più significative che riguardano questi progetti, con
particolare riguardo alla possibilità di utilizzare uno speciale
contrassegno che servirà a individuare i prodotti posti sotto
tutela.
Nella mattinata, l’incontro era stato preceduto da una serie di
visite ai laboratori dei panificatori candidati ad aderire al
Presidio, nel corso dei quali i responsabili di Slow Food hanno
potuto verificare le caratteristiche dei forni e le tecniche di
produzione.
Il disciplinare in via di definizione stabilirà le varietà di grano
siciliane ammesse come materia prima, l’utilizzo del lievito madre,
l’uso del forno a legna e tutti gli altri aspetti produttivi che
consentiranno al pane tradizionale di Lentini di avere uno standard
qualitativo ancora più elevato.
Il progetto, al quale Slow Food Lentini lavora da diversi anni, si
realizzerà grazie al sostegno finanziario dell’Assessorato regionale
all’agricoltura e del Comune di Lentini.
Arrivano
le prime adesioni al Presidio Slow Food Pane di Lentini
(Comunicato del 23 marzo 2007)
Questo pomeriggio si è svolto un incontro con i panificatori di Lentini
e Carlentini nel corso del quale Pippo Privitera, presidente di Slow
Food Sicilia, e Salvatore Giuffrida, fiduciario di Slow Food Lentini e
promotore dell’iniziativa, hanno illustrato il progetto che consentirà
al pane di Lentini l’inserimento nell’elenco dei Presidi Slow Food.
Dieci panificatori hanno già manifestato l’intenzione di partecipare
alla fase preliminare, che prevede la selezione dei grani e il
miglioramento dei processi produttivi finalizzati alla realizzazione di
un prodotto dell’eccellenza. I risultati di queste prove
contribuiranno alla stesura del disciplinare di produzione, la cui
sottoscrizione sancirà la definitiva appartenenza di ciascun
panificatore al progetto.
Il Presidio Slow Food mira a preservare un prodotto della tradizione
capace di esprimere caratteristiche organolettiche straordinarie, e che
nel contempo abbia legami col territorio e riesca a coinvolgere da
protagonismi tutti coloro che contribuiscono alla sua realizzazione, dal
coltivatore del grano, al molitore, per finire con il fornaio.
I Presidi Slow Food al momento realizzati in Italia sono poco più di
duecento e coprono una serie variegata di prodotti alimentari. Quando
sarà ufficiale la costituzione del Presidio del Pane di Lentini, questo
sarà ammesso nella cerchia ristrettissima che attualmente rappresenta i
pani prodotti con farina di grano, e cioè il pane tradizionale di Altamura e il pane nero di Castelvetrano.L’importanza
per il territorio legata alla realizzazione di questo progetto è stata
sottolineata da Alfio Mangiameli, sindaco di Lentini, che ha confermato
ancora una volta il sostegno dell’amministrazione comunale.
Dal Salone del Gusto ancora una conferma per il Pane di Lentini
(Comunicato stampa del 31.10.2006)
Il Salone del Gusto che si è appena concluso a Torino con uno
straordinario successo di pubblico (172.000 visitatori, 32.000 in più
rispetto all’ultima edizione) ha offerto l’ennesima conferma che in
ambito mondiale questo appuntamento di Slow Food rappresenta ormai la
più importante vetrina del cibo di qualità.
Presente con i prodotti più rappresentativi del proprio territorio, lo
stand della Provincia e della Camera di Commercio di Siracusa ha
ospitato
anche il Pane di Lentini, a buon diritto ritenuto uno dei
prodotti più interessanti della panificazione non solo siciliana. In
ampie zone del territorio italiano, infatti, l’uso di panificare nei
forni in pietra si è perso da tempo, mentre nel territorio di Lentini e
Carlentini questa tradizione si è mantenuta, anche se alcune normative
anacronistiche hanno rischiato più volte di farla scomparire.
L’iniziativa della presentazione del pane al Salone del Gusto è stata
sostenuta con convinzione dal Comune di Lentini, che ha affidato a
Salvatore Giuffrida e Rosario Scifo, dirigenti di Slow Food Lentini,
l’incarico di presentare il prodotto. Per tutta la giornata del 27
ottobre, la folla dei visitatori ha potuto degustare un pane fragrante,
prodotto da un artigiano lentinese alle prime luci dell’alba e
trasferito appositamente via aerea a Torino.
“Il grande favore che i visitatori hanno manifestato per il nostro pane”
ha dichiarato Salvatore Giuffrida, “conferma che il nostro territorio
dispone di una risorsa la cui tutela non riguarda solo la conservazione
della cultura materiale, ma può avere risvolti economici interessanti.
Per questo Slow Food Lentini lavora da tempo affinché il Pane di Lentini
entri nella lista dei Presidi Slow Food, i prodotti della tradizione che
rischiano di scomparire. È un progetto che intendiamo realizzare con il
pieno coinvolgimento dei panificatori e che, partendo dalla
certificazione della provenienza del grano, interesserà il miglioramento
delle tecniche di lievitazione e di cottura e potrà garantire al
consumatore un prodotto di grande qualità”.
Il Pane di
Lentini al Salone del Gusto
(Comunicato stampa del 22/10/2006)
La bontà che rende rinomato il pane tradizionale di Lentini quale
prodotto dell’eccellenza alimentare siciliana si avvia a ricevere
un’ulteriore prestigioso riconoscimento, grazie alla partecipazione al
Salone del Gusto. La più importante rassegna mondiale dei cibi di
qualità organizzata da Slow Food aprirà a Torino il prossimo 26 ottobre
e in cinque giorni dimostrerà concretamente, grazie alla possibilità di
comprare e degustare prodotti di straordinaria bontà provenienti da ogni
parte del mondo, che vale la pena di impegnarsi nella salvaguardia
dell’inestimabile patrimonio rappresentato dalle piccole produzioni
agricole, che ancora sopravvivono non sopraffatte dall’omologazione
delle multinazionali alimentari.
Il pane di Lentini, lavorato secondo tradizione e cotto nei forni a
legna, sarà presente nello stand istituzionale organizzato
congiuntamente dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Siracusa
assieme ai prodotti tipici più rappresentativi della provincia aretusea.
La presenza del pane al Salone del Gusto è stata sponsorizzata
dall’amministrazione comunale di Lentini, che ne ha affidato la
presentazione ufficiale a Slow Food Lentini, i cui responsabili giorno
27 ottobre offriranno il pane condito ai visitatori, e nel pomeriggio
cureranno un laboratorio per la sua degustazione.
Ma la presenza del Pane di Lentini a Torino non si ferma qui. In
concomitanza con il Salone del Gusto, infatti, si svolgerà “Terra
Madre”, l’incontro di 5000 produttori in rappresentanza di 1300
comunità del cibo provenienti dai cinque continenti, i quali si
confronteranno in centinaia di seminari sui temi della produzione degli
alimenti di qualità. Anche in questo caso su sollecitazione della
condotta Slow Food di Lentini, la comunità dei produttori del Pane di
Lentini sarà rappresentata a Terra Madre.
Come si ricorderà, la condotta Slow Food Lentini è impegnata da tempo a
promuovere questo prodotto e nei mesi scorsi ha avviato le procedure per
l’inserimento del pane di Lentini fra i presidi Slow Food, progetti di
salvaguardia di prodotti alimentari a rischio d’estinzione. Il comune di
Lentini, com’era prevedibile, è stato il primo a dichiarare la propria
disponibilità a sostenere questo progetto.
Lentini, 22 ottobre 2006
Il Pane
di Lentini è pronto per diventare Presidio Slow Food
(Comunicato del 13.7.2006)
Il pane della tradizione conosciuto come “Pane di Lentini” si avvia a
ricevere un riconoscimento importante, entrando nel novero dei Presìdi
Slow Food, i prodotti dell’eccellenza gastronomica artigianale tutelati
dal nostro movimento. Questo pane, che viene prodotto nei comuni di
Lentini e Carlentini in provincia di Siracusa, arricchirà ulteriormente
l’elenco dei prodotti siciliani già presenti in questo progetto,
rafforzando la presenza numerica della nostra regione. Fra i poco più di
duecento presìdi italiani, infatti, ben trentadue sono siciliani.
Finora la realizzazione del presidio Slow Food del Pane di Lentini era
stata rinviata perché una norma del 1956 impediva alla maggior parte
degli artigiani che avrebbero dovuto farne parte di ottenere una
regolare autorizzazione a panificare. Lo sblocco inaspettato per l’avvio
della procedura per il riconoscimento è venuto dal recente decreto del
Governo nazionale che ha eliminato i vincoli alle autorizzazioni,
trasferendone il rilascio ai comuni.
“La produzione del pane nei forni a legna ormai è scomparsa in quasi
tutte le regioni italiane” sottolinea Salvatore Giuffrida, responsabile
di Slow Food Lentini e promotore dell’iniziativa. “Nel suo genere il
pane di Lentini è fra i pochi superstiti e anche per questo rappresenta
un valore culturale legato alle nostre tradizioni che merita di essere
salvaguardato. Per evitare la scomparsa di questo prodotto
straordinario, da anni ci siamo battuti per la sanatoria dei forni
irregolari. Ai produttori che decideranno di lavorare con il presidio
proporremo un disciplinare che possa contemperare le tecnologie moderne
salvaguardando alcuni valori della tradizione. Su alcuni punti, infatti,
non possiamo transigere: il forno a legna con cottura diretta,
l’utilizzo di farine provenienti da grani locali esenti da OGM, l’utilizzo più o meno
esclusivo di lievito madre. Assieme ai panificatori cercheremo di
migliorare ancora di più le caratteristiche organolettiche del nostro
pane, perché il consumatore possa rilevare in maniera netta le
differenze profonde rispetto ai prodotti industriali ”.
Notevoli le opportunità legate a questo progetto. Oltre alla
salvaguardia di un prodotto della tradizione, il consolidarsi delle
imprese artigiane esistenti o la nascita di nuove realtà produttive
potrà incidere positivamente sull’economia locale, mentre il territorio
beneficerà della notorietà indotta dalla presenza nel circuito del
movimento Slow Food. Per avvalorare questo aspetto, è sufficiente
ricordare la risonanza europea ottenuta lo scorso febbraio dalla
manifestazione “Le Città dell’Arancia”, anche questa realizzata da Slow
Food Lentini.
Il progetto del presidio Slow Food è stato presentato in questi giorni a
un nucleo iniziale di panificatori delle due città, alla presenza di
Alfio Mangiameli, sindaco di Lentini, che ha assicurato il sostegno
dell’amministrazione comunale. In questi giorni saranno avviati contatti
con altri enti che potrebbero essere interessati a partecipare
all’iniziativa.
Slow Food Lentini e i panificatori si alleano per la promozione dei
prodotti da forno
(Comunicato stampa del 5.11.2004)
L’Associazione dei panificatori di Lentini e Carlentini e Slow Food
Lentini hanno siglato un importante accordo di collaborazione che
prevede la promozione del settore dei prodotti da forno del
comprensorio, con particolare riferimento ai prodotti tradizionali. Fra
questi vengono citati esplicitamente il pane casereccio di Lentini e le
focacce.
L’evento assume particolare rilievo perché proprio in questi giorni
alcuni dei forni a legna che producono questo pane sono stati chiusi per
disposizione della Prefettura di Siracusa, non tanto per carenze
igieniche, ma per una anacronistica disposizione di legge che risale al
1956, suscitando un certo allarme fra i consumatori.
La collaborazione prevede l’impegno dei panificatori a utilizzare
materie prime di elevata qualità e l’adozione di tecniche di lavorazione
che esaltino le caratteristiche organolettiche del prodotto. Slow Food
Lentini, da parte sua, assicurerà la promozione dei prodotti
tradizionali e la collaborazione per la eventuale stesura di un
disciplinare che fissi le caratteristiche del “pane casereccio di
Lentini” o di altri prodotti della tradizione.
Fra le numerose iniziative già realizzate da Slow Food, si è registrata
la presenza del pane di Lentini al recente Salone internazionale del
Gusto di Torino. Il pane, approntato dall’Associazione dei panificatori,
è stato offerto fragrante di forno ai visitatori del Salone, riscuotendo
uno straordinario successo.
Secondo i responsabili di Slow Food Lentini, anche in questa occasione
si è avuta la conferma che il pane di Lentini ha tutte le
caratteristiche per poter essere inserito fra i “presidi” , progetti di
salvaguardia e promozione di prodotti che rischiano l’estinzione e che
hanno un forte legame con il territorio. Il pane di Altamura e il Pane
Nero di Castelvetrano sono i due esempi più noti di prodotti che hanno
acquisito notorietà grazie al sostegno del movimento Slow Food.
“La collaborazione con Slow Food” sostiene Franco Vescera, presidente
dei panificatori di Lentini e Carlentini” permetterà ai nostri associati
di approfondire e migliorare le tecniche di produzione dei prodotti
artigianali, sicuri di poter contare su un sostegno importante per la
loro promozione. Per questo stiamo facendo ricerche sulle antiche
tecniche di produzione in uso nel nostro territorio per verificare la
piena rispondenza del prodotto attuale con la tradizione.”
Il pane di
Lentini su Antenna Sicilia
"Turisti per gioco", la
trasmissione in onda su Antenna Sicilia il 7 maggio 2004 e l'8 maggio alle ore 12,45
ha presentato una
breve carrellata di prodotti tipici della Sicilia orientale, curata
dai fiduciari delle condotte Slow Food di Catania e di Lentini.
Fra questi prodotti figurava il
Pane di Lentini.
Il pane di Lentini sulla
tavola dei ministri europei
(Comunicato stampa del 16/9/2003)
Domenica 21 settembre il pane di
Lentini sarà sulla tavola dei 28 ministri europei dell’agricoltura, nel
corso del buffet che concluderà una tornata di due giorni di incontri a
Taormina, e che vedrà la partecipazione di trecento delegati.
Il pane, preparato appositamente da
un artigiano di Carlentini, accompagnerà la degustazione di 28 prodotti
rari rappresentativi dei paesi presenti al summit, la cui selezione è
stata curata dalla sede nazionale di Slow Food. Questi prodotti saranno
la testimonianza concreta della biodiversità e della ricchezza
agroalimentare del vecchio continente, che viene tenuta in vita da
piccoli produttori, i quali hanno bisogno di essere incoraggiati nel
mantenere in vita tradizioni spesso millenarie. Questa ricchezza,
infatti, viene continuamente messa in pericolo dal sopravvento dei
processi produttivi industrializzati e dal tentativo delle
multinazionali alimentari di semplificare e controllare il mercato
mondiale dell’alimentazione, riducendo al minimo il numero dei prodotti
presenti sul mercato.
Secondo Slow Food, il pane
casereccio di Lentini rientra fra questi prodotti meritevoli di tutela.
Lavorato con tecniche artigianali e cotto nei forni in pietra alimentati
con fuoco di legna, sopravvive grazie all’impegno di una decina di
operatori distribuiti fra i comuni limitrofi di Lentini e Carlentini in
provincia di Siracusa. Questa attività, purtroppo, deve fare i conti con
difficoltà burocratiche e amministrative derivanti da una legge del
1956, tuttora in vigore anche se ormai superata dai fatti.
Su sollecitazione della locale
condotta di Slow Food, il comune di Lentini ha già chiesto alla Regione
Siciliana l’emanazione di un provvedimento di sanatoria che consenta a
questi forni storici di continuare a panificare regolarmente, impedendo
che scompaia un prodotto dell’eccellenza e una testimonianza importante
delle tradizioni legate alla cultura alimentare del territorio.
Martedì 2 gennaio
2003 ore 12
La Prova del cuoco
(RAI UNO), trasmissione condotta da Antonella Clerici e Beppe
Bigazzi, ha mostrato una carrellata dei pani di Sicilia, fra cui il pane di Lentini, presente in trasmissione per iniziativa della nostra
condotta.
Venerdì 28 marzo 2003
nell' Auditorium Comunale
di Via Focea si è svolto il Convegno sul
"Pane di Lentini"
Hanno partecipato: Francesco Rossitto, sindaco di Lentini; Santi
Terranova, legale; Salvatore
Giuffrida, Slow Food Lentini; Michele Marchese, Artigiancasa SR; Arturo Linguanti,
Confesercenti SR; Franco
Lazzara, docente Università di Catania; Cirino Gula,
comitato per la salvaguardia del pane di Lentini
Giovedì 24 aprile
2003
la trasmissione
"In. .casa", in onda su Antenna Sicilia, ha ospitato un servizio
sul pane di Lentini curato da Ignazio Raimondo, funzionario della
Stazione di granicoltura di Caltagirone
Sabato 28 e
domenica 29 dicembre 2002
Lentini, Piazza
Umberto
SAGRA del pane di
lentini
Pane, focacce e
prodotti del territorio in esposizione sulle bancarelle e in
degustazione. Domenica 29 dicembre nell'Aula Consiliare si è svolta una
tavola rotonda sul tema: "Il Pane di Lentini, una risorsa per i
territorio". Riportiamo di seguito una breve sintesi dell'intervento del
fiduciario della nostra condotta:
"Il pane,
articolo povero per eccellenza, se possiede caratteristiche di tipicità
e legami riconoscibili col territorio dove viene prodotto, può
costituire una risorsa economica importante. Il movimento Slow Food ha
una grande attenzione verso i prodotti alimentari a rischio di
estinzione. Le piccole produzioni artigianali, pur avendo
caratteristiche di bontà e unicità, quasi mai riproducibili con i
processi industriali, non trovano spazio nel sistema della moderna
distribuzione dove è necessario investire grandi risorse per farsi
conoscere. I presidi di Slow Food sono progetti di salvaguardia che
mirano a far conoscere questi prodotti consentendo a quegli artigiani la
giusta remunerazione per il loro lavoro. In questo modo un prodotto
altrimenti destinato a scomparire crea nuove opportunità di lavoro e
sviluppo economico.
Il pane di
Lentini, soprattutto quello
prodotto nei forni in pietra con fuoco di legna, ha tradizioni
antichissime ed è conosciuto in un ambito molto più vasto rispetto alla
zona di produzione. La condotta Slow Food di Lentini si sta impegnando
in un progetto di salvaguardia di questo prodotto tradizionale.
Purtroppo un ostacolo di ordine amministrativo impedisce che questo
progetto venga realizzato compiutamente. Si attende che le
sollecitazioni rivolte ai diversi enti pubblici interessati, soprattutto
la Camera di Commercio, rimuovano questo ostacolo, impedendo la
scomparsa di un prodotto che contribuisce alla ricchezza della storia e
delle tradizioni del nostro territorio".
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Il pane di Lentini
Appunti per un progetto di salvaguardia e
di promozione
(Sintesi di un documento elaborato da Slow Food Lentini e inviato il 24/3/2003
all'Assessorato Regionale all'Artigianato e a diversi enti pubblici
interessati al problema)
Il pane prodotto nei territori di Lentini e Carlentini,
noto come pane casereccio di Lentini, rientra
nella categoria delle specialità che rischiano l’estinzione.
La
preparazione artigianale ancora prevalentemente manuale, i tempi di
preparazione abbastanza lunghi, le rese produttive più basse ne hanno
relegato la produzione a pochi superstiti artigiani. Anche se alcune
materie prime che entravano nella sua composizione (timilia) non vengono
più utilizzate, questo pane ha continuato a mantenere alcuni caratteri
di tipicità, che lo rendono un prodotto conosciuto e apprezzato anche al
di fuori dell’ambito strettamente locale.
Il pane della tradizione è generalmente costituito da un
impasto di acqua e farina di grano duro in percentuali variabili,
lasciato lievitare con lievito madre (crescente) o biga (crescente e
lievito di birra) e cotto nei forni di pietra con fuoco diretto di
legna. Alcune modifiche introdotte nella lavorazione hanno accorciato il
processo di panificazione, che resta tuttavia precluso alla
panificazione industriale, la quale richiede tempi notevolmente più
brevi.
Considerate le diversità dell’impasto, del periodo di
lievitazione e di cottura rilevate nel corso di interviste realizzate
con diversi panificatori, sarebbe interessante ricercare
scientificamente gli elementi che tuttavia concorrono a determinare la
tipicità del pane di Lentini rispetto a altri pani prodotti nel
circondario e altrove (per esempio, qualità dell’acqua impiegata, flora
microbica presente nel territorio).
A testimoniare la notorietà del pane di Lentini
come prodotto tipico, giova richiamare alcuni avvenimenti recenti.
- Data la sua specificità, è stato censito come prodotto
tipico e riportato nell’”Atlante del Pane di Sicilia” edito dal
Consorzio “Gian Piero Ballatore” di Enna (Palermo, ottobre 2001)
- È stato presentato in alcuni “laboratori del gusto”
nello spazio gestito dalle condotte siciliane di Slow Food all’interno
del Medial, il salone dell’alimentazione del Mediterraneo svoltosi nel
mese di febbraio 2002 a Palermo, riscuotendo notevole gradimento fra gli
assaggiatori.
- Successivamente, su espressa richiesta del Consorzio
Ballatore, la condotta Slow Food di Lentini ha selezionato un campione
rappresentativo del pane di Lentini, che è stato presentato alla
esposizione di Lercara Friddi il 18 marzo 2002 assieme ai più
caratteristici pani siciliani.
- Nello stesso mese di febbraio la condotta Slow Food di
Lentini ha iniziato una serie di degustazioni alla cieca per definire
con un procedimento inverso, vale a dire partendo dalle sensazioni
gustative, gli elementi distintivi di un ipotetico disciplinare di
produzione.
- Il pane di Lentini figura fra i 208 prodotti tipici
italiani censiti nella guida “L’Italia del Pane” pubblicata da Slow Food
Editore (settembre 2002), attualmente la più completa e affidabile guida
di questo settore.
- Nel mese di ottobre 2002 un servizio della rubrica “Il
piacere” in onda su RAI 3 era dedicato al pane di Lentini, riportando,
quale
commento delle caratteristiche produttive e organolettiche del prodotto,
quasi esclusivamente le note tratte dal citato libro “L’Italia del
Pane”.
- Il 2 gennaio 2003, sempre per iniziativa di Slow Food,
il pane di Lentini era presente – ed è stato espressamente citato –
nella popolare trasmissione televisiva “La prova del cuoco” su RAI 1 in
un paniere rappresentativo dei migliori pani siciliani.
Un aspetto critico è, purtroppo, rappresentato dalla
realtà produttiva, che presenta alcune anomalie. La maggior parte degli
artigiani che producono questo tipo di pane, infatti, pur avendo
adeguato nel tempo i laboratori alle norme igienico-sanitarie, non ha la
possibilità di ottenere l’autorizzazione amministrativa per la
produzione e vendita, in quanto la superficie di panificazione
autorizzabile, in base a una legge del 1956, nel frattempo è stata
assegnata a nuovi laboratori che utilizzano prevalentemente la cottura
indiretta, soprattutto per la produzione del “pane bianco”. Per la
legge, dunque, quegli artigiani non esistono, non esiste quella quantità
di pane prodotto, e non esiste una fascia di consumatori che comprano
quel pane, col risultato che periodicamente emergono scontri fra chi
vorrebbe l’applicazione pedissequa della norma, che non tiene conto
della realtà, e chi si batte per il mantenimento della tradizione.
La produzione nella semiclandestinità, la concorrenza
senza regole e i conseguenti modesti margini non consentono attualmente
investimenti sulle strutture che, pur mantenendo le caratteristiche
della tradizione, permetterebbero il miglioramento qualitativo del
prodotto finale, trasformandolo in una opportunità per l’economia
locale.
Dal punto di vista di Slow Food, il pane di Lentini è una
risorsa alimentare importante, che va mantenuta e promossa. Presenta,
infatti, spiccati caratteri di tipicità e forti legami col territorio.
La salvaguardia e il mantenimento di questa produzione e la successiva
promozione sono una risorsa economica aggiuntiva e non in competizione
con la produzione dei forni “moderni”. La panificazione in genere del
circondario, anzi, ne riceverebbe notorietà e stimoli. Per questo si può
sostenere che l’eventuale sanatoria di alcuni forni tradizionali, che si
assommerebbero a quelli che producono già il pane casereccio muniti di
regolare licenza, dovrebbe sfuggire dal conteggio della superficie
complessiva autorizzabile, in quanto già oggi – ma, ancor più, con la
auspicata promozione – la produzione sarebbe indirizzata a un consumo
che oltrepassa i confini amministrativi comunali.
Accordo di
collaborazione
siglato il
4.11.2004 fra Slow Food Lentini e l'Associazione dei
panificatori di Lentini e Carlentini
Finalità
dell'accordo sono:
a - promuovere il settore della panificazione del
comprensorio con particolare riferimento ai prodotti tipici
e tradizionali
b - favorire una migliore informazione del consumatore sulle
caratteristiche dei prodotti da forno per consentire una
scelta più consapevole.
L'Associazione si impegna:
- a sensibilizzare gli aderenti verso l’utilizzo di
materie prime di qualità elevata e l’uso di tecniche di
lavorazione che mantengano elevate la salubrità e le
caratteristiche organolettiche del prodotto.
- a recuperare e preservare i prodotti della tradizione e
della tipicità (pane casereccio, focacce, etc.)
- a esporre informazioni chiare ed esaurienti sulle
caratteristiche dei prodotti in vendita.
Slow Food Lentini si impegna:
- a promuovere i prodotti da forno del comprensorio, con
particolare riferimento ai prodotti tipici e tradizionali
- a collaborare con l’Associazione dei panificatori e con
altri organismi per la stesura di un disciplinare che fissi
le caratteristiche del “pane casereccio di Lentini” o di
altri prodotti tradizionali e tipici del territorio
- ad agevolare la partecipazione dei panificatori a
manifestazioni fieristiche utili per promuovere i prodotti
del territorio.
I panificatori non potranno esporre il logo Slow Food nei
loro esercizi né apporlo sulle confezioni dei loro prodotti
Il logo Slow Food potrà essere concesso per iniziative e per
periodi limitati a singoli produttori o a tutti gli esercizi
aderenti, a insindacabile giudizio di Slow Food Lentini.
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